Intervista a   IACOVONE BERARDINO  di Fulvio Spagnoli

www.ilcorto.it - Iacovone Berardino attore

Fulvio: Iacovone Berardino, 17 anni, attore di Torino.

È la mia prima intervista telefonica. Apparato in viva voce ed accanto il mio amico registratore. La situazione mi fa sorridere: come faccio con il non verbale? …accipicchia, non ho neppure una sua foto…mi devo aggrappare elusivamente al suono della sua voce. Ed i miei pensieri sono andati ad una recente pubblicità: “videochiamami!”. Altra particolarità: dall’altra parte del filo c’è un diciassettenne.

 

Iacovone: Molti miei colleghi riferiscono di averlo sognato sin da bambini; io, invece, ti dico che lo vedo proprio come la mia meta, come il luogo dove arrivare …dove tutti i sacrifici che sto facendo e che ho fatto, tutte le porte chiuse che ho trovato, saranno ripagati.

Lo scorso anno ho iniziato col chiarire a me stesso la mia figura: modello od attore? …ho presto scelto …un piccolo corso …ho girato molti teatri come figurante e generico per conoscere e capire l’ambiente …come ci si muove: spero di raggiungere le capacità dei famosi con cui ho lavorato.

Poi il mondo dei corti: generico nel primo e protagonista sia nel secondo che nel terzo; in quest’ultimo ho avuto la fortuna di lavorare accanto ad una protagonista molto brava.

 

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… vedi ognuna ha a disposizione soltanto una vita, la propria: te la giochi e, se sbagli veramente, ripartire è dura...

L’attore ha a disposizione per se molte vite: un giorno può essere un medico, un altro un vagabondo, o anche un boss della mafia ...l’attore può anche morire e domai essere un ballerino famoso oppure un imbroglione che si arrangia per campare…

è divertente e straordinario nello stesso tempo.

Anzi puoi anche giocare a chiedere ai tuoi personaggi coas farebbero al posto tuo…tanto poi decidi sempre tu …così come hai fatto per loro, leggendo la sceneggiatura…

 

Alla fine di questa frase ero incantato; ho pensato: “diciassette anni”…‘sti ragazzetti d’oggi…

 

Amo la recitazione: e spero di realizzarmi sia nel teatro che nel cinema ...ho notato, però, che non è più come una volta: oggi vanno su pellicola “individui” che hanno mostrato un sedere o dei muscoli …e, chi lavora e studia seriamente per anni si vede scavalcato. Forse è colpa mia: non mi sono accorto che sono state cancellate dal vocabolario parole come gavetta o talento… e sostituite con “bellezza e fisico”… io mi sento offeso.

La mia vita sarà nel cinema: voglio essere l’uno su un milione che ce la farà...

 

…ora mi sento sotto il ring: caro Rocky Balboa …tu sei soltanto il parto di uno sceneggiatore…

 

Il mondo del corto metraggio è …il mondo del cinema indipendente. È la scuola di tutti quelli che vogliono imparare, specialità per specialità, regista, attore scenografo, ecc, il mestiere del cinema. Anche se gode di ridotta visibilità rispetto al fratello maggiore, è qui che si inizia a conoscere e praticare il mestiere …con le dovute eccezioni, gente carica di umiltà e di speranze…visto che il grande cinema è ancora lontano …qui si apprendono utilissimi insegnamenti per crescere sia professionalmente che caratterialmente …si inizia a capire dove mettere la testa, dove si deve essere più aggressivo, dove più docile ...e, se il gruppo di lavoro è adeguato, piano piano si arriva a farsi conoscere a tutti, girando festival, rassegne, tv … si arriva ai premi, ecc.

 

Sul ring del “cinema”, preferirei certamente essere con lui e non contro… questi pugni li ho sentiti perfettamente centrati

 

Il regista è un po’ il guru del lavoro è la persona che quando entri sul set ti deve far “paura”

 

Non ho saputo trattenermi: “perché …mordono?” sento dall’altra parte del filo una bella risata …forse l’ho di-steso (…ho fatto la battuta!);

 

No,.. lo devi sentire almeno cinque gradini sopra di te…anche se avesse la mia stessa età,il regista  è sempre la punta della piramide e quel mestiere lo sa fare bene. Se io eseguo i suoi ordini partecipo a confezionare un buon lavoro. E poi, è tutto questione di tempi: bisogna saper collaborare con lui e lasciarlo tranquillo e ragionare quando ce ne è bisogno. Ci deve essere un po’ il rapporto padre-figlio: come un padre ti saprà insegnare quelle piccole cose che porterai con te per tutta la tua vita.

 

Ma ora il nostro eroe sta preparando un altro serissimo attacco…

 

L’attore ha la responsabilità più grande all’interno di una produzione: non perché “mette la faccia” …ma perché quella faccia rappresenta tutti quanti: tutti coloro i quali hanno puntato su lui, hanno lavorato su lui e lui, mostrandosi sullo schermo, li rappresenta tutti …tutti quelli che rimangono non visibili: truccatori sceneggiatori, elettricisti, regista, assistente a… è la stessa cosa del pilota di formula uno che rappresenta il lavoro di tutta la scuderia: il suo arrivo sul traguardo rappresenta il lavoro di tutti…

Purtroppo in Italia non c’è rispetto … il pubblico va a vedere un film per la presenza sul set di una grande star …e quando si arriva ai titoli di coda, nella sala di proiezione si accendono le luci …oblio assoluto per tanta gente che doveva essere presentata …sarà forse per questo che i nomi delle star sono all’inizio…

 

Vorrei dire una cosa: ero ad un provino per una “comparsata” di uno spot televisivo per una multinazionale molto importante. In tale conteso sono stato “avvicinato” dall’aiuto-regista ed ho ricevuto da lui una proposta “a carattere sessuale”: insomma, ci ha provato con me. Qualcuno gioca ancora ad inculcare, tra gli attori esordienti, la mentalità che per andare avanti siano necessari compromessi: “NON È ASSOLUTAMENTE VERO! Dobbiamo trovare nella forza della nostra volontà la grande possibilità di arrivare senza inutili compromessi.

 

(non mi sono saputo trattenere) Senti … l’aiuto regista … era un maschietto?

 

Si!

ah, va bene …altrimenti mi sarei preoccupato! …mi sarebbe caduto un mito!